Breve guida per Boomer: sopravvivere nel mondo di TikTok

Breve guida per Boomer: sopravvivere nel mondo di TikTok

Giada Tedoldi – Ti capita ancora di inviare immagini “Buongiornissimo Caffè” su WhatsApp per augurare una buona giornata? In tal caso, è probabile che tu abbia già incrociato il temibile termine “boomer”, lanciato a tua insaputa, soprattutto da qualcuno più giovane di te. Se ti stai ancora chiedendo “Ma cosa vuol dire davvero?”, allora hai trovato la guida perfetta, destinata a tutti i “boomer” in cerca di chiarezza sul linguaggio della Generazione Z. Accendete il vostro spirito curioso, cari boomer, perché è come imparare una nuova lingua… solo che questa volta il manuale non si trova in libreria, ma tra le chat di WhatsApp e le stories di Instagram!

Iniziamo con il capostipite di tutti i termini: “Boomer“, appunto. Non si riferisce solo alla generazione di persone nate tra il 1946 e il 1964, oggi, chiamare qualcuno “Boomer” è più un atteggiamento che un’età. Se qualcuno sembra un po’ fuori dal giro delle ultime tendenze e, ad esempio, ancora non è a conoscenza dell’ultimo social potrebbe sentirsi dire “Ok, Boomer”.

Ma cosa succede quando un boomer prova a rimanere al passo? La maggior parte delle volte risulterà “cringe”. Se qualcosa è cringe, significa che è imbarazzante o fuori luogo. Quindi, attenzione a non essere troppo cringe quando postate sui social!

Scorrendo la home di TikTok, vi sarà sicuramente capitato di leggere l’acronimo “POV” in video divertenti. POV sta per “point of view“, che significa “punto di vista” in inglese. Si utilizza per indicare un tipo di ripresa che mostra ciò che vede il soggetto che filma o che viene filmato. “POV: io che provo a capire il linguaggio giovanile da una guida per boomer”.

Se, invece, vuoi esprimere il tuo stato d’animo o la tua emozione, allora parli del tuo “mood“. Ad esempio, se non sei dell’umore giusto per una serata, potresti dire: “Scusate ragazzi, ma non sono nel mood”. Immagina allora una serata di pioggia in cui l’unico impegno che hai è un appuntamento con il tuo divano, il telecomando e l’ultimo episodio della tua serie TV preferita. Ecco, questo è il “chill”. E quando qualcuno ti dice di “chillare“, significa semplicemente che ti devi rilassare e godere il momento.Addentriamoci ora nel complicato romanzo digitale delle relazioni moderne.

Ecco un termine che, forse, sta già passando di moda, ma merita una menzione: “shippare”. Suona come un’azione criminale, ma si usa quando sostieni o apprezzi una coppia romantica.  Automaticamente la nuova coppia sarà la ship del momento. Quindi, “shippare” è come essere il cupido moderno, lanciando frecce di immaginazione e speranza in direzione delle coppie che vorresti vedere insieme.

Passiamo al pauroso termine “ghostare”, da “ghost”, fantasma in inglese. Se qualcuno ti sta ghostando, significa che ti sta ignorando o evitando deliberatamente. Un po’ come quando cercavi di evitare il compagno di classe strano nei corridoi della scuola, solo che ora è tutto online!

Sicuramente non ghosterai la tua crush!Una “crush” è una cotta, un interesse romantico. Se sentite i giovani parlare di avere una “crush” per qualcuno, pensate al vostro batticuore adolescenziale, quel ragazzo o ragazza con cui probabilmente non siete mai neanche riusciti a parlare dall’imbarazzo!

Attenti, però, a non farvi friendzonare. Letteralmente significa: mettere nella zona di amicizia, ovvero dove nessuno vuole mai trovarsi! Quando qualcuno ti friendzona significa che ti vede solo come un amico… insomma è come ricevere una mappa del tesoro e scoprire che il tesoro è solo un grande abbraccio amichevole!

Con tutti questi consigli, qualcuno potrebbe darmi della “snitch”! “Snitchare” significa “spifferare” o “fare la spia” e deriva dall’inglese “snitch“, che significa appunto “informatore”. E quando avrete assimilato questi pochi, ma ricorrenti termini e vorrete vantarvi delle vostre nuove conoscenze sullo slang giovanile, allora potrete “flexare“. Significa sfoggiare qualcosa di cui si è orgogliosi, come un abito, un oggetto o una capacità. Deriva dall’inglese “to flex“, che significa “flettere” ma anche “esibire”. Si usa spesso per ironizzare o provocare qualcuno.

Ora, cari boomer, avete le basi per decifrare il linguaggio della Generazione Z. Ricordatevi di non essere troppo “cringe” quando cercate di comunicare con i giovani e, se qualcuno vi chiama “Boomer”, non prendetelo troppo sul personale. Alla fine della giornata, la comunicazione è la chiave, e capire il linguaggio giovanile può essere il primo passo per abbattere le barriere generazionali.